Intervista a Ezio Schifone, eclettico ed eccentrico stilista di Venuxberg, creatore di accessori moda e vere e proprie object d’art bags.

Raccontaci di te: come ti definiresti? Artista, stilista o designer?
Non amo le definizioni. Non sono un designer in senso tradizionale. La mia esperienza nella moda nasce da un crossover tra  teatro, fashion design e arti figurative. Ho studiato a Bologna storia del costume, storia del teatro e del costume teatrale, storia dell’arte. Qui ho imparato a giocare con l’arte, a capire la bellezza barocca dell’unire il bello con il brutto, l’alto con il basso, l’istituzionale con il sotterraneo.

Quali sono stati i tuoi primi lavori e quando è iniziata la tua carriera nella moda?
A Bologna i costumi operistici del Teatro Comunale, le installazioni futuribili del Link  Club, le fruste e corrucole della Decadence Night al Millenium, le illustrazioni di moda, i disegni di favole cupe per bambini. A Berlino, Londra, Parigi  i costumi teatrali e cinematografici per i miei amici cineasti underground. E poi il via alle collaborazioni con gli stilisti. Il gallese pazzo dalla cresta bianca che ha sdoganato il jeans bracalone; il grandissimo e crudele divo di Gibilterra; l’unico e inarrivabile principe gotico d’Inghilterra.

Nasce, quindi, qui l’idea di una collezione firmata Venuxberg?
La mia collezione nasce da tutti queste esperienze, artistiche e personali. Mi piace pensare Venuxberg come una medusa in continua espansione, che si nutre di tutti gli stimoli visivi, uditivi, tattili che continuamente ci nuotano intorno… ci fanno ridere, ci fanno piangere, ci fanno vivere.

Cos’è, quindi, Venuxberg?
Venuxberg è un baule pieno di giocattoli preziosi per un’ideale donna-divinità, Venere, che adora la bellezza. Anche nel quotidiano, prima di tutto per se stessa, non per lo sguardo dell’altro, si circonda di oggetti meravigliosi e non ha paura, o pudore, di ostentarli. Il concept alla base del marchio è il recupero di elementi del passato, siano essi componenti metalliche di lampadari antichi, bottoni gioiello della golden age di Hollywood, paramenti sacri di culture lontane nello spazio e nel tempo.

Una collezione fatta davvero di pezzi unici!
L’intercambiabilità di tutti i modelli di manico-scultura, sacchetto, charms che compongono l’item borsa e la totale compatibiltà estetica degli stessi con le sciarpe-gioiello, i bijoux strozzagola, i frustini object d’art, presuppongono un’idea di collezionismo/feticismo di oggetti che, idealmente, potrebbero accompagnare tutta una vita.

Qual’è la poetica a cui ti ispiri?
In Venuxberg convivono tutti  gli “-ismi”. Decadentismo, Surrealismo, Dadaismo, Feticismo, Sado-masochismo… Ogni stagione recupera e reinterpeta un particolare momento artistico della storia dell’arte, una precisa tradizione folkloristico-culturale, un peculiare artigianato locale, inglobandolo in un universo estetico barocco-rococò che è la marca di stile del brand.

I colori che prediligi?
Nero, bianco, rosso, oro.  I colori della magia e dell’esoterismo. Gli strumenti da laboratorio alchemico del ‘700 influenzano ogni pezzo della collezione. Ogni item – pezzo unico – nasce in un ex-convento del ‘400 sul lago di Como. La mia casa laboratorio.

 

Ezio: una tua definizione di Venuxberg!
Rock, gotico, decadente, opulento. Il manifesto programmatico è dividere.
Piacere moltissimo, o non piacere affatto!

E noi vogliamo vivere proprio così!

Venuxberg sarà presente a Il Matrimonio dei Sensi, MILANO Hotel Boscolo B4, 28-30 settembre.

E. venuxberg@venuxberg.com